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Tutto sul Circolo Lebowski: intervista a Bruna Natoli

di Redazione Eventu.

Sono le 14 di un sabato di maggio molto caldo. Siamo seduti in piazza della Repubblica a Ragusa Ibla e finalmente abbiamo  accanto Bruna Natoli del Circolo Lebowski, pronta a rispondere alle nostre domande.  Abbiamo scelto di intervistare Bruna perché crediamo sia un riferimento per tutti i concerti live e i festival che si organizzano in città, ma non solo.
E’ difficile identificare Bruna dietro ad un solo ruolo, c’è chi la conosce alle redini del circolo, chi come una delle organizzatrici di Ibla Buskers o dell’Indian SummerCamp.  In ogni caso è perfetta per rispondere alle domande di eventu:

Ciao Bruna, ti va di spiegare quando è nato il Circolo Lebowski e chi ne sono stati gli artefici?
Ciao ragazzi! Il circolo è nato nel 2010 dall’idea di nove soci uniti in seguito all’occupazione dell’ex Hotel San Giovanni di Ragusa da parte del Collettivo “La Fabbrica”. In seguito a quella famosa occupazione il collettivo si è smembrato ed un po’ di gente che voleva continuare a fornire dei servizi utili alla città ha deciso di imbarcarsi per questa avventura.

Come mai il nome Circolo Lebowski?
Il nome nasce da una riunione durata circa quindici ore. C’erano tantissime proposte ed in più in quel periodo sia io che mio fratello stavamo leggendo il libro “The big Lebowski” e abbiamo visto il film “Il Grande Lebowski”. Da la quasi per scherzo abbiamo pensato di dare al circolo proprio il nome di Lebowski, inteso come modo di vivere.  Abbiamo scoperto anche una religione, il Dudeismo, che si basa proprio su uno stile di vita concentrato sul relax. Abbiamo unito la visione di pacatezza con la colonna sonora del film e fin da subito ci è sembrato un ottimo nome per il circolo!

Le idee iniziali che avevate per questo spazio-circolo-laboratorio sono rimaste intatte o avete dovuto modificare il tiro?
Con il tempo si cambia pensiero e visione, ma con il tempo cambiano anche le energie. All’inizio del progetto noi volevamo fare tutto, non a caso nell’incipit del Circolo abbiamo scritto di volerci dedicare a promuovere l’arte a 360 gradi. Effettivamente abbiamo ospitato tantissime cose diverse tra loro, le mostre, il teatro, i workshop, le scuole di teatro per bambini; però la nostra passione principale è sempre stata la musica e con il passare del tempo abbiamo deciso di puntare  sui concerti più di ogni altra cosa.
Ci tengo ad aggiungere che il circolo Lebowski senza il suo staff non esisterebbe. Quindi vorrei ringraziare Giuliana, Uovo, Alessandro, Viviana, Rita, Ester, Jorge, Carlo e Sergio!

Il fatto che il Circolo Lebowski si trovi a Ragusa è più un limite o un vantaggio?
Ho sempre pensato che trovarsi a Ragusa fosse un vantaggio, soprattutto inizialmente perché a Ragusa non c’era veramente quasi nulla, se si escludono i 2-3 pub che proponevano cover band. Da questo punto di vista vedo dei notevoli miglioramenti a Ragusa e in provincia.

Se il Circolo Lebowski potesse cambiare qualcosa di Ragusa cosa cambierebbe?
I trasporti! Il circolo si trova in centro a Ragusa superiore e notiamo ancora di più la difficoltà per trovare parcheggio per i nostri clienti. Se ci fosse una rete di trasporti ben organizzata ed utile per la popolazione ne gioveremmo tutti. Un’altra cosa totalmente mancante sono gli spazi pubblici dove poter organizzare eventi senza però disturbare acusticamente il vicinato.

Cosa sono le istituzioni per il Lebowski?
Mi dispiace dirlo ma sono un’entità abbastanza assente, nel senso che prima dell’occupazione che portò alla fondazione del circolo (più di 13 anni fa), noi abbiamo sempre cercato di comunicare con le istituzioni di Ragusa ricevendo in cambio tante promesse ma zero fatti. Questa situazione ci è sempre dispiaciuta e penalizzato, anche perché nonostante le innumerevoli richieste per usufruire degli spazi pubblici, si preferisce affidarli ad altre associazioni. Anche per quanto riguarda i finanziamenti noi non abbiamo mai ricevuto nulla ed altre associazioni hanno avuto più fortuna di noi.

Il futuro del Circolo Lebowski?
Nel futuro del circolo potrebbe esserci uno spostamento in uno spazio più fruibile, con più semplicità nel trovare parcheggio e con uno spazio antistante al circolo stesso che permetta a chi vuole uscire di avere uno spazio accogliente anche all’esterno. Purtroppo questo non avviene nella sede attuale, mentre la sede precedente era perfetta da questo punto di vista.

Dove lo immagineresti il Lebowski?
Più di una persona entrando al circolo giura di aver visto locali simili a Roma, Milano e persino a Brooklyn. Tutto questo è meraviglioso. Io però personalmente credo che l’habitat naturale per un circolo come il Lebowski sia Bologna. Credo che Bologna sia la città che recepisce sempre meglio le esigenze del pubblico di andare a vedere buona musica live, dove il concetto del contributo artistico per supportare i gruppi e i locali è condiviso da tutti!

Allora ci trasferiamo ipoteticamente a Bologna, in che periodo storico?
Anni 70! Anni in cui si andava a vedere gruppi di sconosciuti o anche generi diversi dai propri preferiti per il gusto e il piacere della musica. Anche Ragusa in quegli anni era piena di locali dedicati alla musica live, come dimenticare il Mississippi Blues. Si, decisamente gli anni ‘70!

Torniamo a Ragusa, gli artisti che inviti conoscono la città? È difficile convincerli?
Sinceramente no, non è difficile. All’inizio anche grazie al nome di mio fratello (Carlo Natoli in arte ERRI ndr) non abbiamo avuto grossi problemi. Ora invece il problema che abbiamo è inverso, Ragusa ed il Circolo Lebowski  sono diventati una tappa fissa per molti e di questo ne siamo contentissimi. Ma la questione più problematica riguardante gli artisti è il doverli convincere a suonare con un cachet che spesso non è quello che questi artisti generalmente ricevono. Ma il circolo Lebowski è un’associazione culturale e non ha molti fondi. Questo sicuramente ci limita un pochino. Ma poi ci sono anche artisti come i Calibro35 o i Meganoidi  che conoscono ed apprezzano le realtà dei circoli ed accettano di venire ugualmente, abbassandosi il cachet.

Credi che nelle nuove generazioni ci sia l’interesse verso le iniziative che organizza il Circolo Lebowski?
Non credo che andando avanti la situazione dei circoli in generale cambierà. Noto un disinteresse nelle nuove generazioni verso i concerti e la musica live. Frequento molti giovani e con loro parlo e mi confronto. Purtroppo in molti non concepiscono l’importanza di pagare, anche solo 3-5 euro, per vedere un concerto live.

Quali sono stati, secondo te, i gruppi o i cantanti migliori che sono arrivati al Circolo Lebowski?
Ovviamente dal mio punto di vista sono stati tutti incredibilmente bravi. Tra gli ultimi che abbiamo ospitato sicuramente i Calibro35 hanno fatto una performance incredibile. Ma in passato abbiamo avuto anche le band di Gabbani ed Ermal Meta come ospiti; questo per dire che cerchiamo sempre di selezionare artisti interessanti anche se ancora poco conosciuti.

Tu ti occupi anche di innumerevoli festival? Perché lo fai e che esperienze sono?
Dal punto di vista professionale e personale, organizzare e portare a termine un festival è molto gratificante. Anche se sono esperienze molto dure fisicamente e psicologicamente, restano percorsi formativi incredibili. Il lavorare in gruppo in queste occasioni permette di instaurare rapporti quasi fraterni tra chi lavora. Ma se devo scegliere un festival tra tutti, sicuramente quello che ho nel cuore resta l’Indian Summercamp che abbiamo creato con mio fratello e continuiamo ad organizzare.

Ma se il Circolo Lebowski fosse un bar ragusano quale sarebbe?
L’ex bar dello scalo trapanese, detto Gigi il Troione! La gente che lo frequentava era della gente maledetta. Noi ci portavamo lo stereo da casa e passavamo il tempo ad ascoltare e parlare di musica.

E se fosse una scaccia?
Ragusana! Salsiccia e ricotta che piace a tutti!

Una spiaggia?
La spiaggia della mancina, ma senza chalet. È anche una bella metafora per il circolo, è nata come una piccola spiaggetta e con il tempo si è unita ad altre spiagge ingrandendosi.

E se fosse un drink?
Sicuramente un argentino. I Liquori che preparo io e che faccio assaggiare agli artisti che da sempre apprezzano soprattutto quello al peperoncino.

Sono quasi le 15 e il caldo non ci ha mai abbandonati. Restiamo seduti un altro po’ a guardare Ragusa e a pensare. Quando non conoscevamo Bruna guardavamo con curiosità a questo Circolo dal nome curioso e dal calendario fitto che proponeva qualcosa di nuovo a Ragusa. Con il tempo abbiamo conosciuto  anche questa realtà, una delle poche in provincia che si impegna quotidianamente per rendere Ragusa una città più attenta alla cultura musicale.

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