di Erica Parrino.
Ne è passato di tempo da quando facevo il primo anno di università. E certo di cose ne sono cambiate. Architettura e adesso Arti. Negli ultimi sette anni di città ne ho cambiate quattro. Da Ragusa a Milano, passando per Roma e Parigi. Un salto a Torino e uno in Giappone. In alcune ho lasciato pezzi di cuore, polmoni, fegato e stomaco. Ogni posto è diventato prima casa e poi un’isola lontana. Casa e isola. Praticamente la storia della mia vita.
Casa sta a odori come isola sta a sapori. Perché noi che apparteniamo a piccole terre lontane siamo tanto fortunati. Perché quando la domenica sono fuori, distante nel tempo, distratta e impegnata chiudo gli occhi e sogno. Anzi, ricordo. Perchè i miei sogni sono legati proprio a quelle memorie che conservo con tanta cura. La domenica. La mattina e il suo tepore, il pranzo in famiglia. Le risate, i nonni. Le corse, le passeggiate al mare. Natale e Pasqua. La felicità. Il cenone di capodanno. Penso spesso, spessissimo ai sapori e le sapidità. Il gusto inconfondibile delle focacce. Le impanate, le arancine, i cannoli, la caponata, le sarde,le panelle, le cassate, i formaggi, i biscotti. Potrei continuare per ore. E pensare che quando ero bambina non mi piaceva quasi nulla. E’ un legame. E’ il legame, un nodo stretto e ben saldo. Il pane. Farina, acqua, sale. Semplice.
E quando vedo Ottavia in cucina con mia madre mi emoziono. I suoi grandi occhi marroni fissi su quelle mani che danzano. E’ arte. E’ poesia. Film che vedrei in loop. E poi il forno inizia a scaldarsi, e il profumo impregna qualsiasi superficie. E quando sono a Milano, fuori piove e il mare non c’è penso che ogni luogo e ogni dove può essere casa.
Inizio a cucinare,e penso a cosa voler mangiare. Scendo giù a far la spesa e passano circa due ore. Giro l’angolo e vedo il sole. Arriva qualcuno a casa e aggiungiamo un posto. E’ mio fratello e siamo in cinque,anzi adesso sei. E’ il 23 dicembre e mia madre ha cucinato per almeno 10 persone ma in tavola siamo solo tre.
Riapro gli occhi e ho già finito la mia cena, sono a tavola da sola ma è come se fossi accanto a mio padre.
E ogni giorno, qualsiasi posto sia, mi sembra la cucina di mia nonna. Chiudo gli occhi, faccio un bel respiro e mi sento a casa.